Teatro per le scuole

Il piccolo principeIL PICCOLO PRINCIPE

di Antoine De Saint-Exupéry

con Raffaello Lombardi, Paola Cerimele, Mariangela Lombardi

regia di Paola Cerimele

Note di regia

“Il Piccolo Principe” è un racconto poetico che, nella forma di un’opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. È fra le opere letterarie più celebri del XX secolo: è stato tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo. In un certo senso, costituisce una sorta di educazione sentimentale.

Un pilota di aereo, precipitato nel deserto per una avaria, incontra un bambino semplice che gli dice di essere il principe di un lontano asteroide, sul quale abita solo lui e una piccola rosa, molto vanitosa, che lui cura e ama.Il capolavoro letterario di Antoine de Saint Exupéry mette a confronto il mondo dell’infanzia e quello degli adulti pieno di preconcetti e di falsi miti e falsi valori.Quando il Piccolo Principe domanda: “Mi disegni una pecora?”, in questo semplice quesito, all’apparenza banale, c’è tutta la magia e la spontaneità del mondo dei bambini. L’aviatore riscoprirà sé stesso attraverso le domande e i racconti del Piccolo Principe e tra i due nascerà una vera e sincera amicizia.

Nell’allestimento che La Compagnia Stabile del Molise propone sono evidenziati i momenti più importanti del romanzo di Saint Exupéry. Particolare attenzione viene posta alle difficoltà di comunicazione tra adulti e bambini; alla possibilità di superamento di queste difficoltà attraverso un linguaggio che non è solo quello della ragione ma anche, e soprattutto, quello del cuore; alla capacità di imparare che a volte ciò che sembra un male può servire a far del bene.

Durante lo spettacolo non mancheranno momenti di interazione con i piccoli spettatori, i quali si sentiranno partecipi di un racconto coinvolgente, spesso comico, e sicuramente emozionante.

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IL CAPPELLO DI FERRO

tratto da ‘Un soldato contadino – lettere dal fronte 1915/1917′
di Anna Falcone

Con Giulio Maroncelli, Giorgio Careccia, Raffaello Lombardi , Paola Cerimele

Regia di Emanuele Gamba

Note di regia

Attraverso la narrazione di 25 di queste 150 lettere scritte dal fronte sarà ripercorsa la vicenda di Giuseppe Serpone, uno dei tanti giovani molisani che combatterono e morirono durante la prima guerra mondiale.
Nella storia personale di questo contadino molisano poco più che ventenne, la dignità e il senso di un dovere non effimero o semplicemente dimostrativo, cozzano fortemente con il pressapochismo degli alti ufficiali di quell’esercito italiano, spesso pronti a sacrificare, come sempre, i più poveri per ottenere risibili vantaggi in termini territoriali. Le parole mai fuori luogo che il soldato Serpone metteva faticosamente insieme e che spediva con una regolarità impressionante, tenuto conto del contesto da trincea nel quale visse per anni, furono il ponte immaginario e per questo intoccabile, che lui, ogni sera, attraversava per giungere nuovamente a casa, da quella moglie che dovette lasciare poco dopo aver sposato, da quel padre a cui confidava le paure più grandi e le tragedie che viveva e che, alla moglie e agli altri, voleva risparmiare anche solo di citare, come se il solo non nominarle, anche da così lontano, potesse evitare di farle giungere, con tutto il loro fragore inumano e irragionevole, nella terra che aveva dovuto abbandonare e che non poté più rivedere. Infatti, Giuseppe Serpone, morì nell’alta Valle dell’Isonzo, in una mattina di giugno, colpito alla testa da un cecchino. La sera prima, però, era riuscito, comunque, a dimostrare a sua moglie che era ancora il suo amato marito, scrivendole un’ultima, immancabile, lettera.

A metà strada fra Lussu e il “buon soldato Svejk” questo nostro spettacolo intende dare un contributo alla ricostruzione della memoria di quello che è stato uno dei più sanguinosi episodi della storia dell’uomo. Oltre a rappresentare un valido ed originale strumento di analisi delle vicende storiche di quel periodo, stare accanto a Giuseppe nel suo anno e mezzo al fronte ci permette di conoscere la Grande storia attraverso la storia piccola ed anonima di un giovane contadino che ha dovuto passare dai campi alla trincea, che ha messo a disposizione il suo personale “genio” al servizio di una causa lontana e spesso incomprensibile.

RE NASONE

Con Rolando Giancola e Mariangela Lombardi

Regia di Rolando Giancola

Note di regia 

Il coraggio, la solidarietà, la fantasia. Questi i temi principali della fiaba Re Nasone, uno spettacolo di narrazione che attraverso l’uso della voce e del corpo guida gli spettatori attraverso un mondo magico, che nasce proprio lì sul palcoscenico e ha come protagonista non un personaggio, ma la fantasia dello spettatore. L’immaginazione porta i ragazzi per mano dentro una fiaba dai toni surreali e ci mostra come delle volte basta aprire un libro per vivere appieno un’esperienza magica ed irripetibile.
Il teatro di narrazione, che pone l’attore al centro del racconto, è il genere che abbiamo scelto per rappresentare la nostra fiaba. Più che una scenografia elaborata o delle musiche forti, crediamo che la capacità dell’attore di trasmettere la propria fantasia sia sempre la scelta più difficile, ma al contempo la più interessante.

“La gioia più grande dell’uomo è scoprire di possedere la fantasia” (Molière)

In un futuropresentepassato

C’era una volta un re raffreddato

D’un raffreddore talmente violento

Che uno starnuto valeva per cento

Etciù, etcià, e il vento soffiava

Etcì, etcè, e il gallo cantava

Ed etcereccì, ed etcerecciù

Il povero Re non ne poteva più.

Re Nasone era il re più amato al mondo. Un Re grande e importante, che di grande e importante aveva non solo il cuore, ma anche il naso. Un naso gigantogrande. Era lungo mezzo metro e mezzo, largo quanto una botte e profondo come una caverna molto profonda…

Cosa succederebbe se un re con un tal naso si svegliasse una mattina con il più violento raffreddore di tutti i tempi?…

Le favole di Esopo LE FAVOLE DI ESOPO

con Rolando Giancola, Mariangela Lombardi, Giusy Tiso

Note di regia

Tre personaggi imprigionati in tre televisori trovano il modo di sfuggire alla routine di una programmazione televisiva fatta di violenza e banalità. Diventare protagonisti delle storie è il loro desiderio, e smettere di essere solo passivi spettatori. Così, una volta liberi, riusciranno a dar sfogo alla loro fantasia coinvolgendo il pubblico in una girandola di favole.Racconteranno le storie inventate da Esopo in diversi modi: la narrazione, la teatralizzazione, il canto e la musica, con oggetti (palloncini gonfiabili ed altro), invitando i bambini a raccontare a loro volta e a divertirsi insieme.

Lo spettacolo vuole rappresentare un’occasione per i più giovani di riscoprire l’importanza della parola “detta”, un piccolo esercizio divertito e divertente, in cui è possibile rivalutare e riaffermare il potere evocativo delle parole; un’esperienza che va al di là della semplice fruizione, perché, con la complicità dell’ affabulazione attoriale, viene continuamente stimolato il grado di attenzione dell’uditorio, e l’ascolto (da troppo tempo sacrificato per il prevalere delle immagini nella comunicazione) sarà protagonista della rappresentazione.

Gli attori, inoltre, stimoleranno i ragazzi a raccontare direttamente alcune favole sia dal punto di vista del narratore che dei vari personaggi.

Gli animali, quindi, al centro delle “storie” per esemplificare vizi e virtù del genere umano. Il contrasto tra i potenti e gli umili, tra i prepotenti e i deboli è il tema principale, o per lo meno il più sentito.

I PROMESSI SPOSI

di Alessandro Manzoni

con Paola Cerimele, Giorgio Careccia, Raffaello Lombardi

Note di regia

Il progetto prevede una lettura-spettacolo dei capitoli più significativi dei Promessi Sposi manzoniani, con un’attenzione particolare ai grandi personaggi storici del romanzo, da Cristoforo alla Monaca di Monza, dall’Innominato a Don Abbondio.

Un percorso che trasmette ai ragazzi la grande potenza narrativa di questo autore e l’essenza viva del romanzo attraverso la lettura a voce alta, l’interpretazione dei personaggi e la drammatizzazione dei momenti salienti della vicenda.

Il corpo e la parola per coadiuvare la didattica nel tentativo di far appassionare i giovani al primo romanzo in lingua italiana e farli entrare nei meandri delle contraddizioni umane così magistralmente descritte dal Manzoni.

GIACOMO LEOPARDICONOSCERE LEOPARDI: LETTURA SPETTACOLO DEGLI SCRITTI DEL GRANDE POETA ROMANTICO ITALIANO

Con Paola Cerimele e Raffaello Lombardi

Regia di Paola Cerimele

Note di regia

La lettura-spettacolo che la Compagnia Stabile del Molise propone, ripercorre l’opera dell’esponente più rappresentativo del Romanticismo italiano, Giacomo Leopardi.

Trentotto anni di vita scanditi da tre fondamentali conversioni: quella letteraria del 1816 che segna il passaggio dallo studio dei classici alla poesia; politica del 1818 che fortifica in lui l’idea di un’Italia indipendente dalla Chiesa e, infine, la conversione filosofica del 1819 il cui interesse dal bello passa al vero in quanto “il mondo non è bello ma illusorio”.

Dal 1817 al 1832 Leopardi scrive lo Zibaldone. Un diario personale che raccoglie una grande quantità di annotazioni e pensieri di varia natura, scritti in prosa diretta, a volte brevissimi e a volte più ampi e articolati, che hanno ispirato i Canti, le Operette morali e, soprattutto, i Pensieri.

Il Pessimismo: Leopardi usa una sola volta la parola “pessimismo” nello Zibaldone, e in negativo. La fama di poeta pessimista è il frutto di una tradizione che tende a prediligere lo studio della “critica”, o “bibliografia secondaria”, rispetto alla lettura diretta dei testi, o “bibliografia primaria”.

Tutto questo e altro nel viaggio leopardiano che proponiamo; un viaggio poetico tra i versi più noti e quelli meno conosciuti. Una lettura trasversale dell’opera di un grande autore della letteratura mondiale, con lo scopo di far scoprire un Leopardi che non è sinonimo di mero pessimismo ma di eleganza, passione e profondità culturale e morale.

pinocchio3PINOCCHIO 

di Carlo Collodi

con Raffaello Lombardi, Paola Cerimele, Giorgio Careccia, Diego Florio, Bianca Mastromonaco

regia di Paola Cerimele                                                                                                                        

Note di regia

Romanzo di formazione (il monello che piano piano diventa ragazzo maturo); metafora di crescita attraverso l’insieme delle relazioni intessute dal protagonista (relazioni che prevedono tre diversi generi di personaggi: umani, intermedi e animali); romanzo picaresco (secondo Italo Calvino) e tante altre interpretazioni potremmo aggiungere; ma se ancora oggi abbiamo bisogno di ragionare su Pinocchio è perché questo libro è rivelatore del bisogno di ognuno di riconoscere se stesso come individuo unico e irripetibile, nonché di essere riconosciuto dagli altri come tale.

Un ragazzo che mente e disobbedisce ai genitori si mette nei guai e se poi dà anche retta ai cattivi compagni, ossia a Lucignolo, subisce addirittura una umiliante metamorfosi: gli spuntano le orecchie d’asino.Eppure è inevitabile, per noi, tifare per Pinocchio: anche quando fa disperare il suo papà Geppetto o non ascolta i consigli della Fata dai Capelli Turchini.Pinocchio è solo un pezzo di legno che diventa, per mano di Geppetto, un burattino.Inizia subito a farne di tutti i colori, quello che lo spinge verso la ribellione ci appare come il desiderio di verificare di persona ogni situazione che affronta.Evidentemente non gli bastano i buoni consigli, che forse sarebbero stati sufficienti a un bambino normale, perché lui normale non è. Se fosse normale rimarrebbe un pezzo di legno ben scolpito e colorato. O al massimo sarebbe ben felice di conformarsi alle situazioni.Invece c’è qualcosa dentro di lui e quel qualcosa non sono solo disubbidienza e bugie, scappatelle e spericolatezza. Quel qualcosa è la sua personalità e la sua unicità.La testa e il cuore di Pinocchio sono solo apparentemente di legno: in realtà sono una testa pensante e un cuore che… sa emozionarsi ed amare, temere e aver coraggio.Ma questo lo deve scoprire da solo e cercando la sua strada.

Nell’allestimento che proponiamo saranno rappresentate le scene più conosciute, divertenti, commoventi e significative del capolavoro collodiano.

 

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